Artisti a Ferrara in età umanistica e rinascimentale Testimonianze archivistiche dal 1472 al 1492 Parte II Tomo I
Autore/i | a cura di Adriano Franceschini | ||
Editore | Gabriele Corbo Editore | Luogo | Ferrara |
Anno | 1995 | Pagine | 658 |
Dimensioni | 22X32 (cm) | Illustrazioni | 86 tavv. n.t. |
Legatura | tela edit. con sovracc. ill. colori e cofanetto protettivo | Conservazione | |
Lingua | Peso | 4500 (gr) | |
ISBN | 8885325637 | EAN-13 | 9788885325630 |
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(Storia. Fonti e documenti).
Il curatore, su incarico della Cassa di risparmio di Ferrara e con il supporto della Deputazione ferrarese di Storia Patria, ha pazientemente trascritto, in molti anni di lavoro "tutto quanto interessava gli artisti operanti a Ferrara nei vari campi seguendoli nel loro lavoro, nelle loro vicende quotidiane". Adriano Franceschini (Ferrara, 1920 – Ferrara, 2005) è stato uno storico italiano, maestro di scuola elementare, ricercatore, epigrafista e saggista. Personalità poco incline alla pubblicità ha dedicato tutta la vita al suo lavoro di maestro elementare ed alla passione della ricerca storica, attraverso lo studio delle epigrafi e dei testi antichi, molti dei quali conservati nella Biblioteca Comunale Ariostea o nell’archivio del Duomo di Ferrara, oppure nelle biblioteche di Verona, Modena e Mantova. Si è interessato particolarmente alla storia locale di Ferrara e delle zone limitrofe (con ricerche durate oltre 40 anni), pubblicando saggi sul ghetto ebraico, sui commerci e sulla vita medievale e rinascimentale. Attento e minuzioso, ha frequentato assiduamente i luoghi dove sono conservati i testi antichi, ha realizzato la trascrizione dei testi consultati in centinaia di quaderni contenenti anche appunti personali, ed ha ricontrollato le fonti pure a distanza di anni. A lui è stata intitolata recentemente la Scuola Elementare di Porotto, dove ha insegnato per moltissimi anni e la sala di studio dell'Archivio di Stato di Ferrara. Viene citato da vari studiosi che hanno studiato i temi da lui approfonditi. Tra questi Di Dana E. Katz fa riferimento ai lavori di Franceschini nel suo The Jew in the Art of the Italian Renaissance.
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