Villa Corsini a Castello e le collezioni del Museo Archeologico di Firenze
Author(s) | a cura di Antonella Romualdi, Vincenzo Vaccaro | ||
Editor | Polistampa | Place | Firenze |
Year | 2001 | Pages | 80 |
Measure | 17x24 (cm) | Illustration | ill. a colori e b/n n.t. - colors and b/w ills |
Binding | bross. ill. a colori - paperback | Conservazione | Nuovo - New |
Language | Italiano - Italian text | Weight | 500 (gr) |
ISBN | 8883043383 | EAN-13 | 9788883043383 |
price | 6.20 € | discount | 15% |
discount price | 5.27 € |
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Presentazione di Alessandro Bottini.
“Forse solo in un lembo d’Italia così straordinariamente ricco di testimonianze del passato quale la Toscana si poteva verificare il duplice paradosso di un monumento della levatura di Villa Corsini a Castello trasformato in un deposito di manufatti antichi, ed in quanto tale precluso al pubblico e di un’intera raccolta di sculture greche, etrusche e romane, di sarcofagi, urne ed iscrizioni sfrattata dalla propria sede ed ugualmente sottratta per anni alla vista, anche degli stessi specialisti.
Una situazione palesemente intollerabile (frutto soprattutto di quella spirale negativa iniziata dall’alluvione del 1966 in cui è caduto, senza potersi ancora riprendere in modo adeguato, il Museo Nazionale Archeologico di Firenze) che iniziamo oggi a lasciarci alle spalle, grazie al rinnovato spirito di collaborazione fra due Uffici fiorentini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza Archeologica per la Toscana e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le provincie di Firenze, Pistoia e Prato, stimolato dalla determinata tenacia di un archeologo, Antonella Romualdi, sorretta dall’impegno e dalla capacità tecnica dell’architetto Vincenzo Vaccaro.
Grazie al loro lavoro, come a quello di tutti coloro che fanno parte delle rispettive èquipes tecniche, si è così iniziata un’opera insieme di restauro delle collezioni archeologiche lì depositate, con il conseguente recupero di un primo nucleo di ambienti, in cui proporre una limitata esposizione: i pezzi più famosi soprattutto” (Angelo Bottini). (T-CA)
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