La Grande guerra fu un evento di dimensioni inaudite che coinvolse in profondità anche il fronte interno, non solo l'esercito e non solo le regioni teatro dei combattimenti o le retrovie. Nel Mugello, area ancora prevalentemente agricola e con una capillare rete di parrocchie, fu inevitabile l'appello alla mobilitazione patriottica rivolto al clero locale e alle organizzazioni cattoliche. Attraverso le vicende vissute e documentate da Antonio Pini, attivista cattolico e poi prigioniero a Caporetto, si ricostruisce un pezzo di storia locale del rapporto tra cattolici mugellani e impegno nella Grande guerra, oggetto di polemiche durante il conflitto e anche negli anni successivi. Il "diario della mia prigionia" di Pini (a Mauthausen, Praga, Milovice) offre l'opportunità per conoscere le dure condizioni di abbandono che subirono i prigionieri (e molti mugellani), sospettati di diserzione e cedimento al nemico. Per conservarne la memoria, il libro riporta l'elenco dei prigionieri deceduti di Borgo San Lorenzo, così come furono censiti all'epoca da Francesco Niccolai.